coordinamento in smartworking - formazione - ASAP Italia

 

Gestire i collaboratori in smart working è molto complesso e spesso si gioca su una linea sottile che si chiama fiducia.

Ma quanto davvero possiamo fidarci e sapere se lavorano o no?

Molto spesso, quando un manager delega, ha già anche un’idea di tempistiche necessarie per svolgere quello specifico compito/progetto ... “Basta un'ora”.

Altrettanto spesso, però, queste tempistiche non collimano con quelle dei suoi collaboratori...“Impossibile farlo in una sola ora!”. E, proprio come una profezia che si autoavvera, questa loro convinzione troverà poi puntualmente riscontro alla prova dei fatti.

Come fare allora?

Il primo passo è costruire insieme ai propri collaboratori obiettivi SMART. Quando è il collaboratore a partecipare alla costruzione degli obiettivi li sente propri e questo fa sì che eventuali alibi -“Per fare quell'attività serviva più tempo”- vengano meno in quanto, come nel caso delle tempistiche, queste son state pre-concordate insieme.

E dopo aver co-costruito gli obiettivi, quanta fiducia concedere o quanto controllo esercitare?

Molti credono che l’unico modo per permettere al collaboratore di tirare fuori il meglio di sè, sia quello di concedergli fiducia e autonomia. Altri invece credono che ci debba essere uno stretto controllo su ciò che fa, per fargli capire che non è abbandonato a se stesso e per infondergli sicurezza in ciò che è giusto fare o no.

La verità sta però nel mezzo! A seconda della tipologia di collaboratore è necessario trovare il giusto mix tra fiducia e controllo!

Infatti, le persone hanno sì bisogno di fiducia e autonomia per soddisfare il loro bisogno di auto-realizzazione, ma hanno altresì bisogno di sapere cosa ci si aspetta da loro e di controllo esterno per soddisfare il loro bisogno di sicurezza.

Senza controllo molti si sentono smarriti, vanno in confusione e vivono una spiacevole sensazione di abbandono! Allo stesso modo anche molti manager, quando perdono la sensazione di controllo, vivono stati d’animo di incertezza... “Il mio collaboratore non si fa sentire, chissà cosa starà facendo?”

Questi dubbi sono del tutto naturali, perché il cervello umano è rassicurato solo quando conosce e ha controllo sulle variabili presenti nell’ambiente nel quale si muove. Il non sapere cosa il collaboratore stia facendo quando lavora da remoto, ci fa percepire l’assenza del controllo e ci genera ansia e paura di fallire.

Consiglio?

Chiedi apertamente al collaboratore di fornirti aggiornamenti, concordando insieme momenti di allineamento e definendo regole di interazione (quali contenuti attraverso quali canali e con che frequenza).

Sì perché, chiedere aggiornamenti non è giusto o sbagliato di per sè, ma dipende molto da COME lo comunichiamo.

I toni con cui lo chiediamo fanno trasparire le intenzioni che ci sono dietro: è un attimo passare dal trasmettere un messaggio positivo -“ho bisogno della tua collaborazione: dobbiamo essere perfettamente sincronizzati, perciò ti chiedo di aggiornarmi ogni X ore” - al comunicare, in maniera più o meno velata, una mancanza di fiducia nei suoi confronti -“voglio che mi aggiorni ogni 2 minuti perché non mi fido di te e ho paura che, se non ti controllo, tu non fai nulla.

Gestire i collaboratori è molto complesso e da remoto lo è ancora di più... Ciononostante è possibile farlo e anche in maniera molto efficace!

Come?

  1. Prendendo consapevolezza dei meccanismi sottostanti alla gestione remota dei collaboratori

  2. Conoscendo le potenzialità di tutti gli strumenti di gestione a nostra dispozione

  3. Allenandosi nell'adottare le strategie più funzionali a questa modalità di coordinamento

 

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