La situazione di emergenza COVID-19 ha imposto alla maggior parte delle aziende il lavoro da casa. A partire da quel famoso 9 marzo, lo Smart Working ha rappresentato e sta tuttora rappresentando, per molte realtà, l’unica soluzione di business continuity.

Ma come abbiamo vissuto questo primo mese da smart working "forzato"?

570 mila gli smart worker italiani...


Risultati Sondaggio Smart Working Covid 19 ASAP ItaliaGli smart worker – quei lavoratori dipendenti che godono di flessibilità e autonomia nella scelta dell’orario e del luogo di lavoro, disponendo di strumenti digitali per lavorare in mobilità – sono ormai circa 570mila, in crescita del 20% rispetto al 2018, e mediamente presentano un grado di soddisfazione e coinvolgimento nel proprio lavoro molto più elevato di coloro che lavorano in modalità tradizionale: il 76% si dice soddisfatto della sua professione, contro il 55% degli altri dipendenti; uno su tre si sente pienamente coinvolto nella realtà in cui opera e ne condivide valori, obiettivi e priorità, contro il 21% dei colleghi.

Questa è la fotografia del 2019 sullo Smart Working in Italia, fornita dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

Questi dati sono relativi al periodo pre-coronavirus... Ma cosa ci riserva la fotografia attuale? L’aver rappresentato una soluzione tampone per gestire l’emergenza avrà impattato sulla percezione stessa dello Smart Working?

 

Il fascino dello smart working durante la pandemia

 

La situazione di emergenza COVID-19 ha imposto alla maggior parte delle aziende il lavoro da casa. A partire da quel famoso 9 marzo, lo Smart Working ha rappresentato e sta tuttora rappresentando, per molte realtà, l’unica soluzione di business continuity.

Ma questo cambio improvviso e sostanziale del modo di lavorare, che impatto avrà avuto sulle persone?

Quali sono stati gli aspetti positivi? E le eventuali criticità?

Ed è proprio questo ciò che abbiamo voluto rilevare con il nostro sondaggio e di cui vi presenteremo di seguito i risultati emersi.

 

Una fotografia su 4 fasiRisultati Sondaggio Smart Working Covid 19 ASAP Italia Fotografia su 4 fasi

 

Su un arco temporale di 1 mese (dall’inizio del lockdown), è stato possibile osservare come la percezione dello Smart Working, anche in fase di Covid-19, sia stata valutata estremamente positiva dal 23,2% del persone che hanno preso parte al sondaggio, positiva dal 53,6% e né positiva né negativa dal restante 23,2 %.

Questi valori sono rimasti abbastanza stabili anche con il passare delle settimane, senza registrate punteggi tendenti al negativo o, addirittura, all’estremamente negativo. 

 

Risultati Sondaggio Smart Working Covid 19 ASAP Italia Smart working anche in futuroSmart Working anche in futuro?

 

Poter continuare a lavorare in smart working anche una volta terminata l’emergenza?

“Interessante e performante. da valutare almeno un giorno alla settimana post covid-19”

Anche qui i dati, considerato sempre l’arco temporale di 1 mese, sembrano parlare abbastanza chiaro:  il 65,3% delle persone intervistate ha risposto sì, contro un 18,4% di no e un 16,3% di non so.

 

Mi piace perché...

 

Alla domanda “quali sono gli aspetti positivi dello smart working?” è stato interessante notare -come vedremo subito dopo- che ciò che è stato indicato come plus è, al contempo, anche un aspetto critico.

Con il 48,7% troviamo la libertà di autoregolarsi, che per il 12,6% si traduce anche in una maggiore concentrazione.

Il secondo plus, con il 23,5%, va alla possibilità di risparmiare tempo. Tempo solitamente dedicato agli spostamenti per raggiungere il luogo di lavoro. Aspetto, ricondotto da molti, a minor livello di stress nonché all’avere più energie da dedicare all’attività lavorativa.

Il terzo plus, con il 14,3% delle preferenze, è legato al comfort, ovvero al vivere il lavoro dalla propria abitazione come un qualcosa di decisamente più comodo.

Segue, in quarta posizione, con un 7,6% il famoso work-life balance e, tra l’1% e il 2% troviamo aspetti, come comunicazione, fiducia, etc., che sembrano proprio non trarre particolare beneficio da tale modalità.

 Risultati Sondaggio Smart Working Covid 19 ASAP Italia Aspetti positivi

 

È difficile perché...

 

Come anticipato nella sezione dei plus, è stato interessante rilevare come alcuni aspetti positivi vengano indicati anche come i più critici.

Troviamo con  il 27,6% la difficoltà nel gestire i rapporti, seguita a ruota, con un 27,5% dalla difficoltà di comunicare e di coordinarsi. Leggermente sotto -con un 24,5%- c'è la difficoltà di autoregolarsi (al primo posto dei plus), che per l’8,8% viene imputata ad una maggiore distrazione. Segue poi, con un 5,8% la difficoltà di integrare la vita professionale a quella personale.

 Risultati Sondaggio Smart Working Covid 19 ASAP Italia Aspetti critici

Considerazioni finali

 

Una nuova modalità di lavoro che richiede nuove skill, nuovo stile di leadership, nuovo mindset

Il venir meno dei rapporti face to face (al primo posto delle criticità con il 27,6%) impatta, quasi inevitabilmente, con la capacità dei collaboratori di comunicare e coordinarsi efficacemente (al secondo posto tra le criticità, con il 27,5%, e agli ultimi posti tra i plus, con l’1%). È fondamentale quindi per un manager essere consapevole dei limiti della comunicazione in Smart Working.

Inoltre, se l’idea di potersi autoregolare è l’aspetto risultato più catchy (48,7%), questo rappresenta anche una delle principali criticità (24,5%). La seconda sfida per un manager? Avere team focalizzati e produttivi!

Scarica il nostro report: Lo Smart Working ai tempi del Covid-19

 

L'importanza di sviluppare il giusto mindsetnuove soft skill smarty ASAP Italia

 

Lo Smart Working è uno strumento con grandi potenzialità, ma come ogni strumento se utilizzato male potrebbe dare esiti disastrosi. Sì, perché adottare questa nuova modalità di lavoro richiede uno switch a 360°: dal mindset alle skill.

Putroppo, il contesto attuale nel quale lo smart working si sta diffondendo non ha permesso a tutti di prepararsi al meglio e non tutti i collaboratori riescono, in autonomia, a fare questo salto. Molti, infatti, ritengono che sia solo una soluzione tampone, non vedendo l’ora di tornare “alla normalità”. Altri, ritengono che sia un “faccio le stesse cose di prima, ma da casa invece che dall’ufficio”.

Sappiamo perfettamente che non è così: l’approccio “tradizionale” al lavoro non è performante così come non lo sono gli strumenti di management tradizionali.

Diventa quindi fondamentale, per ciascun manager, avere una fotografia esatta dello smart working mindset di ciascun collaboratore al fine di poter sviluppare un percorso di crescita ad hoc che gli permette di esprimersi appieno e raggiungere performance elevate.

 

E i tuoi collaboratori? Hanno le skill giuste?

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